
Io non so se avrei avuto la stessa forza di Cristina Giordana, la mamma che ha discusso la tesi del figlio morto. Questa donna a mio avviso ha avuto un grande coraggio, ma soprattutto una forza d’animo spaventosa.
Cristina ha perso suo figlio precipitato in un burrone mentre si arrampicava sul Cervino qualche settimana fa. E lei era lì con lui. Ha vissuto quella morte fino in fondo e ha deciso di reagire in un modo che secondo me non è da tutti: ha deciso di andare lei a discute la tesi che suo figlio Luca aveva già preparato ma che non ha mai potuto presentare perché è stato strappato alla vita troppo presto.
Io non credo che avrei avuto una forza simile, nemmeno voglio provare a immaginare come si possa sentire una madre che perde il proprio figlio, dev’essere un dolore devastante, assoluto, che ti toglie la forza di vivere. Morire in questo modo poi è davvero assurdo. È una morte senza senso. Mi viene da pensare che il destino in certi casi sia davvero crudele; lascia vivere dei soggetti in cui non c’è traccia di umanità e porta via persone, bambini che non hanno alcuna colpa e che avrebbero tutto il diritto di vivere.
Alcuni dicono che c’è un preciso disegno per cui certe cose accadono, ma io giuro che faccio davvero fatica a capirlo, ad accettarlo questo disegno. Un disegno in cui donne innocenti vengono uccise dal proprio compagno, o bambini che non hanno neanche fatto in tempo ad assaporare, a sentire l’odore della vita che sono già condannati a morire.
Io faccio fatica a capire tutto ciò, ma ammiro molto questa madre, Cristina ha mostrato non solo una grande forza d’animo, ma anche una grande volontà di continuare a vivere non solo per se stessa, ma anche per suo figlio Luca. E se penso alla mia tesi di laurea, all’ansia che mi prendeva quando dovevo dare un esame, mi viene da sorridere: allora pensavo che quelle fossero le vere preoccupazioni della vita, ma oggi che sono madre, ho capito che le ansie, le preoccupazioni quelle vere sono ben diverse.
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